25
Fermato così lo stato, dopo sei anni, che fu nel 1381 ordinato, visse la città dentro insino al '93 assai quieta. Nel qual tempo Giovan Galeazzo Visconti, chiamato Conte di Virtù, prese messer Bernabò suo zio, e per ciò diventò di tutta Lombardia principe. Costui credette potere divenire re di Italia con la forza, come gli era diventato duca di Milano con lo inganno; e mosse, nel '90, una guerra grandissima a' Fiorentini; e in modo variò quella nel maneggiarsi, che molte volte fu il Duca più presso al pericolo di perdere, che i Fiorentini, i quali, se non moriva, avevono perduto. Non di meno le difese furono animose e mirabili ad una republica, e il fine fu assai meno malvagio che non era stata la guerra spaventevole; perché, quando il Duca aveva preso Bologna, Pisa, Perugia e Siena, e che gli aveva preparata la corona per coronarsi in Firenze re di Italia, morì: la qual morte non gli lasciò gustare le sue passate vittorie, e a' Fiorentini non lasciò sentire le loro presenti perdite. Mentre che questa guerra con il Duca si travagliava, fu fatto gonfalonieri di giustizia messer Maso degli Albizzi, il quale la morte di Piero aveva fatto nimico agli Alberti. E perché tuttavolta vegghiavano gli umori delle parti, pensò messer Maso, ancora che messer Benedetto fusse morto in esilio, avanti che deponesse il magistrato, con il rimanente di quella famiglia vendicarsi. E prese la occasione da uno che sopra certe pratiche tenute con i rebelli fu esaminato, il quale Alberto e Andrea degli Alberti nominò. Furono costoro subito presi, donde tutta la città se ne alterò, tale che i Signori, provedutisi d'arme, il popolo a parlamento chiamorono, e feciono uomini di balia, per virtù della quale assai cittadini confinorono e nuove imborsazioni d'uffizi ferono.
| |
Giovan Galeazzo Visconti Conte Virtù Bernabò Lombardia Italia Milano Fiorentini Duca Fiorentini Duca Bologna Pisa Perugia Siena Firenze Italia Fiorentini Duca Maso Albizzi Piero Alberti Maso Benedetto Alberto Andrea Alberti
|