Poi mostrò la necessità che era di pigliare quella guerra, e come, se la non si fusse mossa in Romagna, la si sarebbe fatta in Toscana. Ma poi che Iddio aveva voluto che le genti fussero state rotte, la perdita sarebbe più grave quanto più altri si abbandonassi; ma se si mostrava il viso alla fortuna, e si facevano quelli rimedi si potevano, né loro sentirebbono la perdita, né il Duca la vittoria. E che non doveva sbigottirgli le spese e le gravezze future; perché queste era ragionevole mutare e quelle sarebbono molte minori che le passate, perché minori apparati sono necessari a chi si vuole difendere che non sono a quelli che cercano di offendere. Confortògli, in fine, ad imitare i padri loro, i quali, per non avere perduto lo animo in qualunque caso avverso, s'erano sempre contro a qualunque principe difesi.
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Confortati per tanto i cittadini dalla autorità sua, soldorono il conte Oddo figliuolo di Braccio, e gli dierono per governatore Niccolò Piccino, allievo di Braccio e più reputato che alcuno altro che sotto le insegne di quello avesse militato; e a quello aggiunsono altri condottieri, e degli spogliati ne rimessono alcuni a cavallo. Creorono venti cittadini a porre nuova gravezza; i quali, avendo preso animo per vedere i potenti cittadini sbattuti per la passata rotta, sanza avere loro alcuno rispetto gli aggravorono. Questa gravezza offese assai i cittadini grandi; i quali da principio, per parere più onesti, non si dolevono della gravezza loro, ma come ingiusta generalmente la biasimavano, e consigliavano che si dovesse fare uno sgravo.
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