Confortavagli alla medesima impresa Francesco Carmignuola, uomo tenuto in quelli tempi nella guerra eccellentissimo, il quale era già stato soldato del Duca, ma di poi ribellatosi da quello. Stavano i Viniziani dubi, per non sapere quanto si potevano fidare del Carmignuola, dubitando che la inimicizia del Duca e sua non fusse finta. E stando così sospesi, nacque che il Duca, per mezzo d'uno servidore del Carmignuola, lo fece avvelenare; il quale veleno non fu sì potente che lo ammazzasse, ma lo ridusse allo estremo. Scoperta la cagione del male, i Viniziani si privorono di quello sospetto; e seguitando i Fiorentini di sollecitargli, feciono lega con loro; e ciascuna delle parti si obligò a fare la guerra a spese comune; e gli acquisti di Lombardia fussero de' Viniziani, e quelli di Romagna e di Toscana de' Fiorentini; e il Carmignuola fu capitano generale della lega. Ridussesi per tanto la guerra mediante questo accordo, in Lombardia dove fu governata da il Carmignuola virtuosamente, e in pochi mesi tolse molte terre al Duca, insieme con la città di Brescia; la quale espugnazione, in quelli tempi e secondo quelle guerre, fu tenuta mirabile.
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Era durata questa guerra da il '22 al 27, ed erano stracchi i cittadini di Firenze delle gravezze poste infino allora, in modo che si accordorono a rinnovarle. E perché le fussero uguali secondo le ricchezze, si provide che le si ponessero a' beni, e che quello che aveva cento fiorini di valsente ne avesse un mezzo di gravezza. Avendola pertanto a distribuire la legge, e non gli uomini, venne ad aggravare assai i cittadini potenti, e avanti che la si deliberassi era disfavorita da loro.
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