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      I quali, lasciato da parte il correre per il contado di Lucca, s'accostorono con il campo alla terra; e perché ancora era la stagione fredda, si missono a Capannole; dove a' commissari pareva che si perdesse tempo; e volendosi strignere più alla terra, i soldati, per il tempo sinistro, non vi si accordavano, non ostante che i Dieci sollecitassino lo accamparsi e non accettassino scusa alcuna.
     
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      Era, in quelli tempi, in Firenze uno eccellentissimo architettore, chiamato Filippo di ser Brunellesco, delle opere del quale è piena la nostra città, tanto che meritò, dopo la morte, che la sua immagine fusse posta, di marmo, nel principale tempio di Firenze, con lettere a piè che ancora rendono a chi legge testimonianza delle sue virtù. Mostrava costui come Lucca si poteva allagare, considerato il sito della città e il letto del fiume del Serchio; e tanto lo persuase, che i Dieci commissono che questa esperienza si facesse. Di che non ne nacque altro che disordine al campo nostro e securtà a' nemici; perché i Lucchesi alzorono con uno argine il terreno verso quella parte che faceno venire il Serchio, e di poi, una notte, ruppono l'argine di quel fosso per il quale conducevano le acque, tanto che quelle, trovato il riscontro alto verso Lucca e l'argine del canale aperto, in modo per tutto il piano si sparsono, che il campo, non che si potesse appropinquare alla terra, si ebbe a discostare.
     
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      Non riuscita adunque questa impresa, i Dieci che di nuovo presono il magistrato mandorono commissario messer Giovanni Guicciardini.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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