Come Cosimo fu in Palagio, e sostenuto, messer Rinaldo con molti armati uscì di casa, e apresso a quello tutta la Parte, e ne vennono in Piazza, dove i Signori feciono chiamare il popolo, e creorono dugento uomini di balia per riformare lo stato della città. Nella quale balia, come prima si potette, si trattò della riforma, e della vita e della morte di Cosimo. Molti volevono che fusse mandato in esilio; molti morto; molti altri tacevano, o per compassione di lui o per paura di loro. I quali dispareri non lasciavano concludere alcuna cosa.
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È nella torre del Palagio uno luogo, tanto grande quanto patisce lo spazio di quella, chiamato l'Alberghettino; nel quale fu rinchiuso Cosimo, e dato in guardia a Federigo Malavolti. Dal quale luogo sentendo Cosimo fare il parlamento, e il romore delle armi che in Piazza si faceva, e il sonare spesso a balia, stava con sospetto della sua vita; ma più ancora temeva che estraordinariamente i particulari nimici lo facessero morire. Per questo si asteneva dal cibo tanto che, in quattro giorni, non aveva voluto mangiare altro che un poco di pane. Della qual cosa accorgendosi Federigo, gli disse: - Tu dubiti, Cosimo di non essere avvelenato; e fai te morire di fame, e poco onore a me, credendo che io volessi tenere le mani ad una simile scelleratezza. Io non credo che tu abbia a perdere la vita: tanti amici hai in Palagio e fuori; ma quando pure avessi a perderla, vivi securo che piglieranno altri modi che usare me per ministro a tortela, perché io non voglio bruttarmi le mani nel sangue di alcuno e massime del tuo, che non mi offendesti mai.
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