E quello che per prudenza i Fiorentini facevano credendo i nimici che per timore lo facessino, dava loro più animo a nuove imprese; in modo che deliberorono espugnare Barga, e con tutte le forze vi si presentorono. Questo nuovo assalto fece che i Fiorentini, posti da parte i rispetti, non solamente di soccorrere Barga, ma di assalire il paese lucchese deliberorono. Andato per tanto il Conte a trovare Niccolò, e appiccata sotto Barga la zuffa, lo vinse e quasi che rotto lo levò da quello assedio. I Viniziani, in questo mezzo, parendo loro che il Duca avesse rotta la pace, mandorono Giovan Francesco da Gonzaga, loro capitano, in Ghiaradadda; il quale, dannificando assai il paese del Duca, lo constrinse a rivocare Niccolò Piccino di Toscana. La quale rivocazione, insieme con la vittoria avuta contro a Niccolò, dette animo a' Fiorentini di fare la impresa di Lucca e speranza di acquistarla. Nella quale non ebbono paura né rispetto alcuno, veggendo il Duca, il quale solo temevono, combattuto da i Viniziani, e che i Lucchesi, per avere ricevuto in casa i nimici loro e permesso gli assalissino, non si potevono in alcuna parte dolere.
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Di aprile per tanto, nel 1437, il Conte mosse lo esercito, e prima che i Fiorentini volessino assalire altri, vollono recuperare il loro; e ripresono Santa Maria in Castello e ogni altro luogo occupato da Piccinino. Di poi, voltisi sopra il paese di Lucca, assalirono Camaiore; gli uomini della quale, benché fedeli a' suoi signori, potendo in loro più la paura del nimico apresso che la fede dello amico discosto, si arrenderono.
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