Di queste tre difficultà, la seconda, che apparteneva a' Fiorentini, era più dubia; non di meno quelli, cognosciuto il bisogno, e stracchi da' Viniziani, i quali con ogni importunità domandavano il Conte, mostrando che sanza quello si abbandonerebbono, preposono la necessità d'altri a' sospetti loro. Restava ancora la difficultà del cammino; il quale si deliberò che fusse assicurato da' Viniziani. E perché a trattare questi accordi con il Conte e a disporlo a passare si era mandato Neri di Gino Capponi, parve alla Signoria che ancora si transferisse a Vinegia, per fare più accetto a quella Signoria questo benefizio, e ordinare il cammino e il passo securo al Conte.
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Partì adunque Neri da Cesena, e sopra una barca si condusse a Vinegia. Né fu mai alcuno principe con tanto onore ricevuto da quella Signoria, con quanto fu ricevuto egli; perché dalla venuta sua, e da quello che per suo mezzo si aveva a deliberare e ordinare giudicavano avesse a dependere la salute dello imperio loro. Intromesso adunque Neri al Senato, parlò in questa sentenza: - Quelli miei Signori, Serenissimo Principe, furono sempre di opinione che la grandezza del Duca fusse la rovina di questo stato e della loro republica; e così che la salute d'ambiduoi questi stati fusse la grandezza vostra e nostra. Se questo medesimo fusse stato creduto dalle Signorie Vostre, noi ci troverremmo in migliore condizione, e lo stato vostro sarebbe securo da quelli pericoli che ora lo minacciano. Ma perché ne' tempi che voi dovevi non ci avete prestato né aiuto né fede, noi non abbiamo potuto correre presto a' remedi del male vostro; né voi potesti essere pronti al dimandargli, come quelli che nelle prosperità e nelle avversità vostre ci avete poco cognosciuti, e non sapete che noi siamo in modo fatti che quello che noi amammo una volta sempre amiamo, e quello che noi odiammo una volta sempre odiamo.
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