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      Il tumulto nel campo de' Fiorentini fu grande, perché, campeggiando quelli eserciti per lo ordinario sanza alcuna disciplina, vi si era aggiunta la negligenzia, per parere loro avere il nimico discosto e più disposto alla fuga che alla zuffa; in modo che ciascuno era disarmato, di lungi dagli alloggiamenti, e in quel luogo dove la volontà, o per fuggire il caldo che era grande, o per seguire alcuno suo diletto, lo aveva tirato. Pure fu tanta la diligenza de' commissari e del capitano, che, avanti fussero arrivati i nimici, erano a cavallo e ordinati a potere resistere allo impeto suo. E come Micheletto fu il primo a scoprire il nimico, così fu il primo armato ad incontrarlo; e corse con le sue genti sopra il ponte del fiume che attraversa la strada non molto lontano da Anghiari. E perché, davanti alla venuta del nimico, Pietrogiampaulo aveva fatto spianare le fosse che circundavano la strada che è tra il ponte e Anghiari, sendosi posto Micheletto allo incontro del ponte, Simoncino, condottiere della Chiesa, con il Legato, si mossono da man destra, e da sinistra i commissari fiorentini con Pietrogiampaulo loro capitano, e le fanterie disposono da ogni parte su per la ripa del fiume. Non restava per tanto agli nimici altra via aperta ad andare a trovare gli avversarii loro, che la diritta del ponte; né i Fiorentini avevono altrove che al ponte a combattere, eccetto che alle fanterie loro avevono ordinato che, se le fanterie nimiche uscivano di strada per essere a' fianchi delle loro genti d'armi, con le balestra le combattessero, acciò che quelle non potessero ferire per fianco i loro cavalli che passassero il ponte.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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