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      Alfonso, in questo mezzo, aveva preso Castelnuovo, e il Conte si trovava, nella Marca, inferiore al Papa e a Niccolò; per ciò ricorse a' Viniziani e Fiorentini per aiuti di gente e di danari, mostrando che, se allora ei non pensavano di frenare il Papa e il Re, mentre che gli era ancora vivo, ch'eglino arebbono, poco di poi, a pensare alla salute propria, perché si accosterebbono con Filippo, e dividerebbonsi la Italia. Stettono i Fiorentini e i Viniziani un tempo sospesi, sì per non giudicare se si era bene inimicarsi con il Papa e con il Re, sì per trovarsi occupati nelle cose de' Bolognesi. Aveva Annibale Bentivogli cacciato di quella città Francesco Piccinino, e per potersi defendere dal Duca, che favoriva Francesco, aveva a' Viniziani e Fiorentini domandato aiuto; e quelli non gliene avieno negato; in modo che, essendo in queste imprese occupati, non potevono resolversi ad aiutare il Conte. Ma sendo seguito che Annibale aveva rotto Francesco Piccinino, e parendo quelle cose posate, deliberorono i Fiorentini suvvenire al Conte; ma prima, per assicurarsi del Duca, rinnovorono la lega con quello. Da che il Duca non si discostò, come colui che aveva consentito si facesse guerra al Conte mentre che il re Rinato era in su l'armi, ma vedutolo spento e privo in tutto del Regno, non gli piaceva che il Conte fusse de' suoi stati spogliato e per ciò, non solamente consentì agli aiuti del Conte, ma scrisse ad Alfonso che fusse contento di tornarsi nel Regno e non gli fare più guerra.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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