Batista, non essendo stato a tempo a fuggire, né i nimici ad ammazzarlo, drento alle sue case, in una tomba fatta per conservare frumento, si nascose; e avendone i suoi nimici cerco tutto il giorno, e sapendo come e' non era uscito della città, feciono tanto spavento ai suoi servidori, che da uno suo ragazzo, per timore, fu loro mostro; e tratto di quello luogo, ancora coperto d'armi, fu prima morto, di poi per la terra strascinato e arso. Così l'autorità del Duca fu sufficiente a farli fare quella impresa, e la sua potenza non fu a tempo a soccorrerlo.
10
Posati adunque, per la morte di Batista e fuga de' Canneschi, questi tumulti, restorono i Bolognesi in grandissima confusione, non vi sendo alcuno della casa de' Bentivogli atto al governo, ed essendo rimaso di Annibale un solo figliuolo, chiamato Giovanni, di età di sei anni, in modo che si dubitava che intra gli amici de' Bentivogli non nascesse divisione, la quale facessi ritornare i Canneschi, con la rovina della patria e della parte loro. E mentre stavano in questa suspensione di animo, Francesco che era stato conte di Poppi, trovandosi in Bologna, fece intendere a quelli primi della città che, se volevono essere governati da uno disceso del sangue di Annibale, lo sapeva loro insegnare. E narrò come, sendo, circa venti anni passati, Ercule cugino di Annibale a Poppi, sapeva come egli ebbe cognoscenza con una giovane di quello castello, della quale ne nacque uno figliuolo chiamato Santi, il quale Ercule gli affermò più volte essere suo; né pareva che potesse negarlo, perché chi cognobbe Ercule e cognosce il giovane vede infra loro una somiglianza grandissima.
| |
Duca Batista Canneschi Bolognesi Bentivogli Annibale Giovanni Bentivogli Canneschi Francesco Poppi Bologna Annibale Ercule Annibale Poppi Santi Ercule Ercule
|