Fu da quelli cittadini prestato fede alle parole di costui, né differirono punto a mandare a Firenze loro cittadini a ricognoscere il giovane e operare con Cosimo e con Neri che fusse loro concesso. Era quello che si reputava padre di Santi morto, tanto che quel giovane sotto la custodia d'uno suo zio, chiamato Antonio da Cascese, viveva. Era Antonio ricco, e sanza figliuoli, e amico a Neri: per ciò intesa che fu questa cosa, Neri giudicò che fussi né da sprezzarla né temerariamente da accettarla, e volle che Santi, alla presenzia di Cosimo, con quelli che da Bologna erano mandati parlasse. Convennono costoro insieme; e Santi fu dai Bolognesi, non solamente onorato, ma quasi adorato: tanto poteva nelli animi di quelli lo amore delle parti. Né per allora si concluse alcuna cosa, se non che Cosimo chiamò Santi in disparte, e sì gli disse: - Niuno, in questo caso, ti può meglio consigliare che tu medesimo; perché tu hai a pigliare quel partito a che l'animo ti inclina: perché, se tu sarai figliuolo di Ercole Bentivogli, tu ti volgerai a quelle imprese che di quella casa e di tuo padre fieno degne; ma se tu sarai figliuolo di Agnolo da Cascese, ti resterai in Firenze a consumare in una arte di lana vilmente la vita tua. - Queste parole commossono il giovane; e dove prima egli aveva quasi che negato di pigliare simile partito, disse che si rimetteva in tutto a quello che Cosimo e Neri ne deliberassi; tanto che, rimasi d'accordo con i mandati bolognesi, fu di veste, cavagli e servitori onorato; e poco di poi, accompagnato da molti, a Bologna condotto e al governo del figliuolo di Annibale e della città posto.
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