Ma subito fu ogni disordine da il Conte in modo riparato, che i nimici, dopo molti sforzi fatti per superare gli argini, furono, non solamente ributtati, ma in modo fugati e rotti, che di tutto lo esercito, dove erano meglio che dodici mila cavagli, non se ne salvorono mille, e tutte loro robe e carriaggi furono predati; né mai fino a quel dì fu ricevuta dai Viniziani la maggiore e più spaventevole rovina. E intra la preda e i presi fu trovato... proveditore viniziano, il quale, avanti alla zuffa e nel maneggiare la guerra, aveva parlato vituperosamente del Conte, chiamando quello bastardo e vile, di modo che, trovandosi dopo la rotta prigione, e de' suoi falli ricordandosi, dubitando non essere secondo i suoi meriti premiato, arrivato avanti al Conte, tutto timido e spaventato, secondo la natura degli uomini superbi e vili, la quale è nelle prosperità essere insolenti e nelle avversità abietti e umili, gittatosi lagrimando ginocchione, gli chiese delle ingiurie contro a quello usate perdono. Levollo il Conte; e presolo per il braccio gli fece buono animo, e confortollo a sperare bene. Poi gli disse che si maravigliava che uno uomo di quella prudenza e gravità che voleva essere tenuto egli fusse caduto in tanto errore di parlare sì vilmente di coloro che non lo meritavano; e quanto apparteneva alle cose che quello gli aveva rimproverate, che non sapeva quello che Sforza suo padre si avesse con madonna Lucia sua madre operato, perché non vi era e non aveva potuto a' loro modi del congiugnersi provedere, talmente che di quello che si facessero e' non credeva poterne biasimo o lode riportare; ma che sapeva bene che di quello aveva avuto ad operare egli, si era governato in modo che niuno lo poteva riprendere; di che egli e il suo Senato ne potevono fare fresca e vera testimonianza.
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