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      Per tanto affermava che fusse meglio, e per la republica di Firenze e per la Italia, che il Conte restasse con la sua reputazione delle armi, e la Lombardia in due republiche si dividessi, le quali mai si unirebbono alla offesa degli altri, e ciascheduna per sé offendere non potrebbe. E a fare questo non ci vedeva altro migliore rimedio che non suvvenire il Conte e mantenere la lega vecchia con i Viniziani. Non erano queste ragioni dagli amici di Cosimo accettate, perché credevano Neri muoversi a questo, non perché così credessi essere il bene della Republica, ma per non volere che il Conte, amico di Cosimo, diventassi duca, parendogli che per questo Cosimo ne diventassi troppo potente. E Cosimo ancora con ragioni mostrava lo aiutare il Conte essere alla Republica e alla Italia utilissimo; perché gli era opinione poco savia credere che i Milanesi si potessero conservare liberi; perché le qualità della cittadinanza, il modo del vivere loro, le sette antiquate in quella città, erano ad ogni forma di civile governo contrarie; talmente che gli era necessario o che il Conte ne diventasse duca, o e Viniziani signori; e in tale partito niuno era sì sciocco che dubitassi qual fussi meglio, o avere uno amico potente vicino, o avervi uno nimico potentissimo. Né credeva che fusse da dubitare che i Milanesi, per avere guerra con il Conte, si sottomettersi a' Viniziani; perché il Conte aveva la parte in Milano, e non quelli; talché qualunque volta e' non potranno difendersi come liberi, sempre più tosto al Conte che a' Viniziani si sottometteranno.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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