Era venuto il mese di maggio dell'anno 1452, quando ai Viniziani non parve da differire più di rompere la guerra al Duca, e con sedici mila cavagli e sei mila fanti, dalla parte di Lodi lo assalirono; e nel medesimo tempo il marchese di Monferrato, o per sua propria ambizione, o spinto da' Viniziani, ancora lo assalì dalla parte di Alessandria. Il Duca dall'altra parte aveva messo insieme diciotto mila cavalli e tre mila fanti, e avendo proveduto Alessandria e Lodi di gente, e similmente muniti tutti i luoghi dove i nimici lo potessino offendere, assalì con le sue genti il Bresciano, dove fece a' Viniziani danni grandissimi; e da ciascuna parte si predava il paese, e le deboli ville si saccheggiavano. Ma sendo rotto il marchese di Monferrato ad Alessandria dalle genti del Duca, potette quello, di poi, con maggiori forze opporsi a' Viniziani e il paese loro assalire.
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Travagliandosi per tanto la guerra di Lombardia con varii ma deboli accidenti e poco degni di memoria, in Toscana nacque medesimamente la guerra del re Alfonso e de' Fiorentini, la quale non si maneggiò con maggiore virtù né con maggiore pericolo che si maneggiasse quella di Lombardia. Venne in Toscana Ferrando, figliuolo non legittimo di Alfonso, con dodici mila soldati, capitaneati da Federigo signore di Urbino. La prima loro impresa fu ch'eglino assalirono Foiano in Val di Chiana; perché, avendo amici i Sanesi, entrorono da quella parte nello imperio fiorentino. Era il castello debile di mura, piccolo, e per ciò non pieno di molti uomini; ma secondo quelli tempi, erano reputati feroci e fedeli.
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