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      Da questo modo di procedere nascono le sette e i partigiani; e quanto questa reputazione così guadagnata offende, tanto quella giova quando ella non è con le sette mescolata, perché la è fondata sopra un bene comune, non sopra un bene privato. E benché ancora tra i cittadini così fatti non si possa per alcuno modo provedere che non vi sieno odii grandissimi non di meno, non avendo partigiani che per utilità propria li seguitino, non possono alla republica nuocere; anzi conviene che giovino, perché è necessario, per vincere le loro pruove, si voltino alla esaltazione di quella, e particularmente osservino l'uno l'altro, acciò che i termini civili non si trapassino. Le inimicizie di Firenze furono sempre con sette, e per ciò furono sempre dannose; né stette mai una setta vincitrice unita, se non tanto quanto la setta inimica era viva, ma come la vinta era spenta, non avendo quella che regnava più paura che la ritenesse né ordine infra sé che la frenasse, la si ridivideva. La parte di Cosimo de' Medici rimase, nel 1434, superiore; ma per essere la parte battuta grande e piena di potentissimi uomini, si mantenne un tempo, per paura, unita e umana, intanto che fra loro non feciono alcuno errore, e al popolo per alcuno loro sinistro modo non si feciono odiare; tanto che qualunque volta quello stato ebbe bisogno del popolo per ripigliare la sua autorità, sempre lo trovò disposto a concedere a i capi suoi tutta quella balia e potenza che desideravano. E così, dal 1434 al '55, che sono anni ventuno, sei volte, e per i Consigli ordinariamente, la autorità della balia riassunsono.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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