Apparve la sua magnificenzia nella copia degli edifizi da lui edificati; perché in Firenze i conventi e i templi di San Marco e di San Lorenzo e il munistero di Santa Verdiana, e ne' monti di Fiesole San Girolamo e la Badia, e nel Mugello un tempio de' frati minori non solamente instaurò, ma da e fondamenti di nuovo edificò. Oltra di questo, in Santa Croce, ne' Servi, negli Angioli, in San Miniato, fece fare altari e cappelle splendidissime; i quali templi e cappelle, oltre allo edificare, riempié di paramenti e d'ogni cosa necessaria allo ornamento del divino culto. A questi sacri edifizi si aggiunsono le private sue case; le quali sono, una nella città, di quello essere che a tanto cittadino si conveniva; quattro di fuora, a Careggi, a Fiesole, a Cafaggiuolo e al Trebbio: tutti palagi, non da privati cittadini, ma regii. E perché nella magnificenzia degli edifizi non gli bastava essere cognosciuto in Italia, edificò ancora in Ierusalem un recettaculo per i poveri e infermi peregrini; nelle quali edificazioni uno numero grandissimo di danari consumò. E benché queste abitazioni e tutte le altre opere e azioni sue fussero regie, e che solo, in Firenze, fusse principe, non di meno tanto fu temperato dalla prudenza sua, che mai la civile modestia non trapassò: perché nelle conversazioni, ne' servidori, nel cavalcare, in tutto il modo del vivere, e ne' parentadi, fu sempre simile a qualunque modesto cittadino; perché sapeva come le cose estraordinarie che a ogni ora si veggono e appariscono recono molto più invidia agli uomini, che quelle che sono in fatto e con onestà si ricuoprono.
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