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      - Risposono quelli cittadini secondo il tempo e il luogo accomodatamente; non di meno dalle loro sinistre operazioni non si ritrassono. Tanto che Piero fece venire celatamente messer Agnolo Acciaiuoli in Cafaggiuolo, e con quello parlò a lungo delle condizioni della città: né si dubita punto che, se non era dalla morte interrotto, che gli avesse tutti i fuorusciti per frenare le rapine di quegli di dentro alla patria restituiti. Ma a questi suoi onestissimi pensieri si oppose la morte; perché, aggravato dal male del corpo e dalle angustie dello animo, si morì l'anno della età sua cinquantatreesimo. La virtù e bontà del quale la patria sua non potette interamente cognoscere, per essere stato da Cosimo suo padre infino quasi che allo estremo della sua vita accompagnato, e per avere quelli pochi anni che sopravisse nelle contenzioni civili e nella infirmità consumati. Fu sotterrato Piero nel tempio di San Lorenzo, propinquo al padre; e furno le sue esequie fatte con quella pompa che tanto cittadino meritava. Rimasono di lui duoi figliuoli, Lorenzo e Giuliano, i quali benché dessero a ciascheduno speranza di dovere essere uomini alla repubblica utilissimi, non di meno la loro gioventù sbigottiva ciascuno.
     
     
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      Era in Firenze intra i primi cittadini del governo, e molto di lunga agli altri superiore, messer Tommaso Soderini, la cui prudenza e autorità, non solo in Firenze, ma appresso a tutti i principi di Italia era nota. Questi, dopo la morte di Piero, da tutta la città era osservato; e molti cittadini alle sue case, come capo della città, lo vicitorono, molti principi gli scrissono.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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