I quali si feciono aprire le porti, e intromesso la maggior parte dello esercito, se ne andorono al Palagio dove i Priori loro erano; a' quali comandorono se ne tornassero alle loro case; e nel cammino fu uno di quegli, da uno de' soldati, per dispregio, spogliato. Da questo principio, come gli uomini sono più pronti al male che al bene, nacque la destruzione e il sacco di quella città; la quale per tutto un giorno fu rubata e scorsa; né a donne né a luoghi pii si perdonò; e i soldati, così quegli che l'avevano male difesa, come quegli che l'avevano combattuta, delle sue sustanze la spogliarono. Fu la novella di questa vittoria con grandissima allegrezza da' Fiorentini ricevuta; e perché la era stata tutta impresa di Lorenzo, ne salì quello in reputazione grandissima. Onde che uno dei suoi più intimi amici rimproverò a messer Tommaso Soderini il consiglio suo, dicendogli: - Che dite voi, ora che Volterra si è acquistata? - a cui messer Tommaso rispose: - A me pare ella perduta: perché, se voi la ricevevi d'accordo, voi ne traevi utile e securtà, ma avendola a tenere per forza, ne' tempi avversi vi porterà debolezza e noia, e ne' pacifici danno e spesa.
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In questi tempi il Papa, cupido di tenere le terre della Chiesa nella obbedienza loro, aveva fatto saccheggiare Spuleto, che si era, mediante le intrinseche fazioni, ribellato; di poi, perché Città di Castello era nella medesima contumacia, l'aveva obsediata. Era in quella terra principe Niccolò Vitelli: teneva costui grande amicizia con Lorenzo de' Medici; donde che da quello non gli fu mancato di aiuti, i quali non furono tanti che defendessero Niccolò, ma furono ben suffizienti a gittare i primi semi della nimicizia intra Sisto e i Medici; i quali poco di poi produssono malissimi frutti.
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