Pagina (461/526)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E il magistrato degli Otto, per una leggieri cagione, sendo Francesco de' Pazzi a Roma, sanza avere a lui quel rispetto che a' grandi cittadini si suole avere, a venire a Firenze lo constrinse: tanto che i Pazzi, in ogni luogo, con parole ingiuriose e piene di sdegno si dolevano; le quali cose accrescevono ad altri il sospetto e a sé le ingiurie. Aveva Giovanni de' Pazzi per moglie la figliuola di Giovanni Buonromei, uomo ricchissimo, le sustanze di cui, sendo morto, alla sua figliuola, non avendo egli altri figliuoli, ricadevono. Non di meno Carlo, suo nipote, occupò parte di quegli beni; e venuta la cosa in litigio, fu fatta una legge per virtù della quale la moglie di Giovanni de' Pazzi fu della eredità di suo padre spogliata, e a Carlo concessa; la quale ingiuria i Pazzi al tutto dai Medici ricognobbono. Della qual cosa Giuliano de' Medici molte volte con Lorenzo suo fratello si dolfe, dicendo come e' dubitava che, per volere delle cose troppo, che le non si perdessero tutte.
     
     
      3
     
     
      Non di meno Lorenzo, caldo di gioventù e di potenza, voleva ad ogni cosa pensare, e che ciascuno da lui ogni cosa ricognoscesse. Non potendo adunque i Pazzi, con tanta nobilità e tante ricchezze, sopportare tante ingiurie, cominciorono a pensare come se ne avessero a vendicare. Il primo che mosse alcuno ragionamento contro a' Medici fu Francesco. Era costui più animoso e più sensitivo che alcuno degli altri; tanto che deliberò o di acquistare quello che gli mancava, o di perdere ciò che gli aveva.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





Otto Francesco Pazzi Roma Firenze Pazzi Giovanni Pazzi Giovanni Buonromei Carlo Giovanni Pazzi Carlo Pazzi Medici Giuliano Medici Lorenzo Lorenzo Pazzi Medici Francesco