E benché quelle avessero stretta in modo la città di Perugia, che ad ogni ora se ne aspettasse la vittoria, non di meno vollono i Fiorentini prima difendere il loro, che cercare di occupare quello d'altri: tanto che quello esercito, levato dai suoi felici successi, fu condotto a San Casciano, castello propinquo a Firenze a otto miglia, giudicando non si potere altrove fare testa, infino a tanto che le reliquie dello esercito rotto fussero insieme. I nimici dall'altra parte, quegli che erano a Perugia, liberi per la partita delle genti fiorentine, divenuti audaci, grandi prede nello Aretino e nel Cortonese ciascuno giorno facevano; e quegli altri, che sotto Alfonso duca di Calavria avevano a Poggibonzi vinto, si erano di Poggibonzi prima, e di Vico di poi insignoriti, e Certaldo messo a sacco; e fatte queste espugnazioni e prede, andorono con il campo al castello di Colle, il quale in quegli tempi era stimato fortissimo, e avendo gli uomini allo stato di Firenze fedeli, potette tenere tanto a bada il nimico, che si fussero ridutte le genti insieme. Avendo adunque i Fiorentini raccozzate le genti tutte a San Casciano, ed espugnando i nimici con ogni forza Colle, deliberorono di appressarsi a quelli, e dare animo a' Colligiani a defendersi. E perché i nimici avessero più respetto ad offendergli, avendo gli avversarii propinqui, fatta questa deliberazione, levorono il campo da San Casciano e posonlo a San Gimignano, propinquo a cinque miglia a Colle, donde con i cavalli leggieri e con altri più espediti soldati ciascuno dì il campo del Duca molestavano.
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