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      Alla fine, restando il Re in ogni luogo superiore, d'agosto, nel 1486, per il mezzo degli oratori del re di Spagna, si concluse la pace, alla quale il Papa, per essere battuto dalla fortuna, né volere più tentare quella, acconsentì: dove tutti i potentati di Italia si unirono, lasciando solo i Genovesi da parte, come dello stato di Milano rebelli e delle terre de' Fiorentini occupatori. Il signore Ruberto da San Severino, fatta la pace, sendo stato, nella guerra, al Papa poco fedele amico e agli altri poco formidabile nimico, come cacciato dal Papa si partì di Roma; e seguitato dalle genti del Duca e de' Fiorentini, quando egli fu passato Cesena, veggendosi sopraggiungere, si misse in fuga, e con meno di cento cavagli si condusse a Ravenna; e dell'altre sue genti, parte furono ricevute da il Duca, parte da' paesani disfatte. Il Re, fatta la pace, e riconciliatosi con i Baroni, fece morire Iacopo Coppola e Antonello d'Anversa con i figliuoli, come quegli che, nella guerra, avevono rivelati i suoi segreti al Pontefice.
     
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      Aveva il Papa, per lo esemplo di questa guerra, cognosciuto con quanta prontezza e studio i Fiorentini conservono le loro amicizie; tanto che, dove prima, e per amore de' Genovesi e per gli aiuti avieno fatti al Re, quello gli odiava, cominciò ad amarli e a fare maggiori favori che l'usato a' loro oratori. La quale inclinazione, cognosciuta da Lorenzo de' Medici, fu con ogni industria aiutata; perché giudicava essergli di grande reputazione quando alla amicizia teneva con il Re e' potesse aggiungnere quella del Papa.


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Istorie fiorentine
di Niccolò Machiavelli
pagine 526

   





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