Cresce il lor odio dal vedere come negli spessi bisogni che ha il re di danaro, tutte le imposizioni si posano sui secolari, riuscendone sempre illeso, o per un verso o per l'altro, lo stato degli ecclesiastici.
Tutte queste cose fomentano nei protestanti, col disprezzo dei loro superiori, una vita licenziosa e bestiale, e una tal confusione di massime e dogmi ed opinioni, che nella gente bassa è superstizione e nella nobiltà è ateismo. L'erezione degli altari, gli abiti sacri, le musiche, gli organi, le preci molto conformi alla Chiesa Romana, le litanie, benché senza l'invocazione dei santi e le formalità delle cerimonie, sono tutto il forte di questa religione e servono nell'istesso tempo ai nemici di essa--che sono altresì quelli del re e gli amici delle novità e delle sedizioni--del più forte argumento per render persuasi i popoli del disegno che hanno i vescovi, di ricondur l'Inghilterra sotto il giogo di Roma e nelli errori dell'antica romana superstizione. Così si proccura, coll'esterminio della riforma anglicana, di metter la falce alla radice della monarchia, e ciò perché il genio avaro e superbo della nazione, in quel breve tempo di libertà, conobbe quel che sarebbe il Regno senza il re: e ricordandosi d'aver conquistata la Francia colle sole proprie forze del Regno, non può star sotto ad aver perduto tanto coll'Olanda, in una pace susseguente a una guerra in cui hanno guadagnato più battaglie che non hanno fatto i loro nemici, e ciò in un tempo che per l'affluire del traffico si posson dire assistiti dalle forze d'Asia e d'America, nonostante la profusione di un tanto tesoro dell'erario del re, dove è entrato più danaro del Regno in questi otto anni dopo il suo ritorno, che non ha fatto nei tempi di tutti i suoi antecessori.
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