L'affabilità, la bontà, la clemenza, la mansuetudine sono in lui senza pari, ed ha buona legge nell'amicizia. Conosce a fondo il temperamento de' suoi sudditi, e in breve tempo sa ritrovare a ciascuno il suo tenero, e ritrovare il modo di farlo operare.
Dall'altro canto, i suoi più fieri nemici son l'applicazione e il negozio: idolatra i comodi, i piaceri e le burle, odia irreconciliabilmente tutto quello ch'è negozio ed ama con trasporto di genio tutto quello che è giuoco e divertimento. Gli uomini seri l'atterriscono, i faceti e gli allegri lo rapiscono. È generoso, perché non vuol la fatica di dir di no; del resto, sa odiar senza nuocere e sa voler bene senza giovare: quindi cresce in immenso il numero degli amici suoi, perché gli costan poco, e quelli che son più sfacciati a chiederli son più fortunati nell'ottenere.
Il solo amore lo fa liberale per elezione, e in questo caso non ha misura nel dare. Le sue inclinazioni son piuttosto lascivia dell'animo che brutalità de' sensi, godendo più del commercio dello spirito che di quel del corpo. Non è però che ancor questo non abbia voluto la sua parte: ora però, da qualche tempo in qua, pare che al diletto della sensualità subentri quello del bere in compagnia d'amici, senza osservar sempre, con sì esatto rigore, le misure della sobrietà.
Dicono che la cortesia e l'affabilità non sian talmente effetto di regia magnanimità, che non v'abbia qualche poca di parte l'abito fatto nella sua gioventù alle maniere troppo dimesse di povero e privato cavaliere: dal che forse avviene ancora, che nei princìpi della sua inclinazione si lasci talmente trasportare dall'impeto, che nelle finezze d'amante si scordi del decoro di re.
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