Ad ogn'altro fuor che a costoro è inflessibile, vengasi pur chi che sia armato, non che di ragione, dell'istessa evidenza. Vive in buona unione col re, né tutto per forza né tutto per elezione. Ama la moglie, ma non l'idolatra com'una volta: ed ella, che conosce il suo debole, gl'ha messa una briglia che, sebbene talora s'allenta, è però difficile che arrivi del tutto a sciogliersi. La disapplicazione in lui sarebbe uguale a quella del re, se in quello l'obbligo, tanto maggiore, ch'egl'ha del continuo, non la facesse apparire in lui incompatibilmente più grande. Nelle inclinazioni della sensualità egli è a rovescio del re, mentre, poco curando i più nocenti preparativi delle dolcezze, non vede l'ora di venire allo sfogo d'una velenosa brutalità. Si picca straordinariamente nell'intelligenza del suo mestiere, nell'esercizio del quale risente con senso delicatissimo gli stimoli della gloria, la quale non può indursi a spartire con chi che sia. È grandissimo cacciatore, tira benissimo per aria e quasi sempre da cavallo. È cortese ed affabile co' forastieri, parla diverse lingue, ma tutte dentro la mediocrità, e nel discorso è poco felice in esprimersi, poco nel gestire, e in nulla ha maniera e carattere di principe.
Presentemente apparisce quieto, dopo grandi agitazioni eccitate in lui dalla moglie per l'avvenimento del suocero, e forse non andrà molto che Conventry ritornerà seco nell'antica pace e confidenza; con tutto che l'onnipotenza di quella donna e la sua scoperta maniera di cooperare alla rovina del cancelliere l'abbiano precipitato dal posto ch'egli teneva nella sua grazia.
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Conventry
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