Il che quando segua, sarà un effetto di quell'impotenza che è nel duca, di liberarsi da uno a cui s'è dato una volta.
La duchessa è la più schietta e sincera donna del mondo, perché discopre apertamente nel viso tutto quello che ha di dentro. Per non perder gran tempo nel suo retratto, basterà, per vederla effigiata nel vivo, qual dovrebb'esser nel di fuori una donna che internamente non ha né religione né fede: una donna ostinata, superba, vendicativa, iraconda, sfacciata, ingannatrice, disprezzante, crudele, e idolatra della gola e dei piaceri. In queste poche parole si rinchiudono tutte le relassazioni che per una verità confessata generalmente per bocca di tutti e accreditata dall'odio e dall'aborrimento universale de' suoi servitori più interni (ai quali ell'è insopportabile per il disprezzo, per la ingratitudine e per l'alterezza), della corte, della casa e di tutt'a tre i Regni. Del resto, ben si può credere che una simil natura non può sussistere senza gli alimenti di un grande spirito, che le sfavilla fino per gli occhi, con un lume di baleno che in cambio di confortare spaventa. Dicono che sia stata assai bella, e ben lo rende verisimile la poco accertata resoluzione del duca nello sposarla. Ora però il soperchio grasso, ond'ella di giorno in giorno va raggiugnendosi, ha talmente alterato la proporzione d'una bellissima vita e di un vaghissimo viso, che a gran pena si raffigurano nell'altezza della statura, nella delicatezza del colorito e del petto (perché le guance sono un poco irruvidite da qualche macchia di vaiolo) e nel diluvio dei capelli castagni.
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