È uno de' tesorieri del Regno di Scozia, di dove va e viene; ma il re lo tiene volontieri là, come uomo nettissimo di mano e di cui si fida. L'averebbe fatto conte, ma egli non mostrò di curarsene.
Nell'armi s'è ammaestrato in Francia, dove ha servito prima luogotenente e poi colonnello (s'io non erro, che non lo credo certamente) del reggimento scozzese. Ama ed intende ogni sorte di letteratura, ed è stato uno dei principali promotori della Società Reale. È sempre la sua fermezza nell'amicizia e la sua generosità nel sovvenire agl'amici. Uomo insomma, detrattone l'error della religione, ornato di quelle virtù morali che hanno reso illustri gli uomini più riveriti nel cristianesimo. Tutto il suo debole consiste in un odio troppo apparente, e non punto necessario a tal segno, contro di Roma e del papa, portando sempre appresso di sé un catalogo di tutti i luoghi della Scrittura che possono stirarsi a stimar Roma Babilonia, e il papa Antecristo; col quale nome il re è solito chiamarlo continuamente per piacevolezza.
Buckingam.>
Giorgio Villers, secondo duca di Buckingam, dopo il titolo conferito a suo padre dal re Giacomo, di cui fu favorito, è un uomo pieno di vizi e pieno di virtù. Da giovane rovinato nel partito del re, perduti i beni, visse gran tempo fuggiasco per l'Italia e la Francia, fintanto che, avendo gl'amici suoi rivolto a suo favore il Fairfax, questi domandò ed ottenne dal Cromuell il suo ristabilimento. Gli diede per moglie una sua figliola così deforme, che poi, per meritare la continuazione degli abbracciamenti del duca, gl'ha servito e gli serve di fida ed efficace mezzana per il contentamento de' suoi più alti desideri.
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