È il duca ancora assai giovane e bellissimo della persona. Si tratta alla grande, veste e mangia con lusso, gioca benissimo a tutti i giochi, fa a maraviglia tutti gli esercizi cavallereschi; intende molto addentro nella geometria e nelle meccaniche, nella filosofia segue la via sperimentale e le operazioni chimiche; informatissimo degli affari del mondo e giudiziosissimo nella discussione delle materie politiche. Cortese, affabile, generoso, magnanimo, liberale fino alla prodigalità dove si tratta di donare, tenace fino alla sordidezza dove si tratta di pagar quel ch'ei deve. Mirabile è la sua facondia nel dire, ed incontrastabile per la sua persuasiva, agevolmente efficace e discreta. Bravo della sua persona, come ha dimostrato in molte occasioni ed ultimamente nel famoso duello col conte di Shreusbery, che in sustanza è morto della sua ferita; uomo insomma adorato dal popolo e amato e applaudito dalla nobiltà.
Dall'altro canto, ateo, bestemmiatore, violento, crudele e infame per le lascivie nelle quali è così rinvolto, che non c'è sesso né età né condizione di persona a cui la perdoni. Il suo genio però lo porta agl'abbracciamenti più vili: di qui è che i bordelli più appestati sono i suoi rigiri più graditi, ed i lacchè più ribaldi le sue delizie più care, onde fra l'uno e l'altro ha fatto raccolta di mal franzese infinito. La natura, che forse prevedeva l'abbandonamento di questo cavaliere alle più sfrenate sensualità, cercò di renderlo inabile alla concupiscenza de' maschi, con un sì discreto artifizio che potesse renderlo altrettanto più proprio e gradito alle donne.
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Shreusbery
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