Per lo che, tornato il figliolo con la moglie in casa, il padre rimaritato di poco con una giovane e bella donna, trovarono il modo di star d'accordo (vogliono dire alcuni) per la discretezza del padre e per la saviezza del figlio. S'aggiustorno poi anche col padre di lei, in questa forma: che egli lascierebbe erede questa figliola, essendo l'altra di già morta, con che Robertz pagasse un tanto l'anno a lui e un tanto (se non erro) alla moglie, benché in divorzio, obbligandosi di più a dar al figliolo mille lire l'anno per mantenimento suo e della moglie. È ben vero che, venuto quest'uomo a morte, instituì un altro erede, lasciando solo quattromila lire alla figliola per sua legittima, la quale essendo stata fatta apparire maggiore per l'onnipotenza del Finkio, che in questo caso ha messo sottosopra cielo e terra, è stato giudicato invalido il secondo testamento, e Robertz è entrato in possesso di tutta l'eredità, che sarà intorno a duemila lire d'entrata. Di suo averà da sedicimila scudi.
Padre e figliolo son presbiterani ed ambedue gelosissimi, sapendo forse che razza di donne egli hanno alle mani. La madre di lei per certa malattia perdé il naso, ed essendo stata a curarsi in Francia, ne tornò con un posticcio così galantemente aggiustato, che con tutti i cinquant'anni che ella ha sulle spalle non lascia di apparire una bella e fresca donna.
Lauderdal.>
Giovanni, conte di Lauderdal, scozzese, commissario deputato dal Regno di Scozia appresso al re, si può dire che sia la serpe tra l'anguille, e tutto il suo male consiste nell'esser troppo conosciuto.
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