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      Aveva egli in quel tempo uno stipendio di sopra tremila lire sterline, con promessa d'esser avanzato alla carica di segretario di stato alla morte di quello che allora ne godeva il titolo e l'apparenza. Niuna cosa giunse mai a sua notizia di cui egli, con suo rischio infinito, non facesse consapevole il re, fino a salvar la vita a lui e al duca suo fratello, che doveva essergli tolta in vicinanza di Londra in casa di un traditore. Era costui stato guadagnato dai partigiani del re, per riceverlo nascosamente in una sua villa in compagnia del duca; ma considerando egli caro prezzo che poteva cavare di questi due prencipi, fu a trovare il cavaliere e, pattuito un prezzo di quarantamila lire sterline, gli scoperse la pratica. Il cavaliere ne spedì subito avviso al re, che non aveva per anche passato il mare, e poi si portò a significare al Cromuell il suo negoziato con quella buona persona, che fu benissimo ricevuto; ma la cautela dei prencipi, anticipatamente avvertiti, fece riuscir vana l'espettazione del protettore. Morto il Cromuell e rimasti divisi i corpi dell'armate, cominciò ad accorgersi il cavaliere che i fini del Monk erano favorevoli al re; ma conoscendo lo svantaggio delle sue truppe, e che venendo a giornata col Lambert e col <Fairfax> sarebbe stato battuto senza fallo, seminò opportunamente tali differenze e intimò tali gelosie reciprocamente tra questi due capitani, per l'addietro unitissimi, che non solo gli venne fatto d'indebolire le loro forze, ma di sfiorire eziandio e quasi affatto sbandare le loro truppe in avvantaggio di quelle del Monk, sulle di cui forze affidati i popoli cominciarono a gridare "Viva il re!


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Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427

   





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