La sua età, secondo l'apparenza, passa di poco i quaranta anni. Ha moglie brutta. Si tratta nobilissimamente: fa tavola, usa con rispetto e cortesia infinita verso di tutti, il che alla corte gli ha acquistato benevolenza universale. Ha un mendo, ossia infirmità, attribuita ordinariamente dai medici a sublimazione di vapori ipocondriaci, che obbligandolo spessissimo a chiuder fortissimamente l'occhio destro e a torcer la bocca verso quella parte, gli contraffà stranamente il viso facendolo parere apopletico.
Del conte di Dona, imbasciatore di Svezia, ne diedi ragguaglio quest'inverno mentr'ero all'Aia, dove egli si trovava con l'istesso carattere d'imbasciatore agli Stati Generali: per lo che, tralasciando il discorrerne, trapasserò al baron de Lisola, inviato straordinario dell'imperatore. Questo degnissimo soggetto non ha bisogno né d'esser dato a conoscere né d'essere lodato da me, essendosi egli reso abbastanza riguardevole co' scritti e co' suoi negoziati in tutte le corti d'Europa, benché si potesse forse dire che la sua missione sia stata di mal augurio a tutti quei prencipi appresso i quali è andato a risiedere in qualità di ministro, non mancando chi attribuisca a' suoi negoziati l'estremo pericolo di Danimarca nell'assedio di Coppenaghen e l'invasion della Pollonia. Egli è uomo che, a giudicarlo dall'esteriore, non è molto lontano dai sessant'anni, di statura giusta, macilente di vita e di volto, e d'aria piuttosto tetra e funesta. Il negozio è la sua applicazione, il negozio il suo sollievo, il negozio il suo nutrimento.
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