Se poi lo scrupolo si riduce a esser tutto di mera religione, torno a dire che tutto può essere: ma io non stimo di far torto al re a non creder in lui tanta virtù quanta ne bisognerebbe a un uomo, come gli altri, impastato di carne, a mantenere in un quotidiano cimento ferma e costante la saldezza di questa religiosa resoluzione.
L'opinione che corre della duchessa è stata sempre di somma virtù e di somma saviezza co' privati: col re, si discorreva diversamente. Dopo l'accasamento, infino al tempo ch'io stetti in Inghilterra, non si sospettava nemmeno per ombra, anzi ed ella e il marito erano in positiva disgrazia: e sebbene a lui un mese avanti la mia partenza fu permesso il venire alla corte, a lei si continuò l'esilio inremissibilmente. Nel tempo ch'ella stette in corte, si sa che il re n'era innamorato fieramente e che passava molt'ore del giorno, da solo a solo, nelle sue stanze. Questo basta ad alcuni per pronunziare temerariamente contro la di lei onestà, aggiugnendovi il motivo che dà loro infinita estrema passione, ond'ella sopportava la sua disgrazia e la sua relegazione dal palazzo. A me però fa molto più forza la qualità delle persone che m'hanno assicurato del contrario in avvantaggio della sua saviezza, per quanto si può assicurare in materie così occulte e segrete.
Ha poi il re qualche altra volante inclinazione, di cui non si può render conto, variando di continuo senza arrivare a risplendere agli occhi della corte. Di ciò due soli potrebber render conto: l'uno è il Mais, l'altro Cephin.
| |
Inghilterra Mais Cephin
|