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      Il fondo di esso è una tavola tonda, di sei braccia incirca di diametro e intorno a due alta da terra. Ancor essa è coperta di stuoia e tutta insanguinata di sangue de' galli. I giorni che si fa la battaglia, che son indicati da polizzini stampati affissi su' cantoni e distribuiti per la città, quando comincia a esser ragunato di molto popolo, vengono due galli, portati in due sacchi da due di coloro che gli allevano e gli custodiscono. L'uno va da una parte e l'altro dall'altra e, cavato fuori i lor galli, gli tengono così in mano tanto che corrino le prime scommesse, e che ciascuno fa senz'altra regola che quella, si può dire, del proprio genio, che gli fa tenere più da un gallo che da un altro. Sono i galli con ali spuntate, con la cresta mozza e col groppone spennato; non sono di gran vita ma forti e fuor di modo generosi. A mezza la gamba sono armati d'uno sprone acutissimo d'acciaio col quale, levandosi in aria e svolazzando attaccati col becco, si feriscono. Lasciati in libertà, si guardano un poco e aguatandosi si vanno all'incontro, col collo basso e teso e le penne di esso rizzate in testa: così, a poco a poco avvicinandosi, si lanciano in un tratto e facendo forza in sull'ali, si percuotono per aria e feriscono col becco, con una furia che sul principio dà qualche idea di conflitto considerabile. È ben vero che, a poco a poco, straccandosi, riesce noiosa la fine, riducendosi uno ad ammazzar l'altro a furia di beccate in sulla testa e in sugli occhi, il che dura talvolta più d'un grosso quarto d'ora e spesso s'avvicina alla mezza.


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Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427