Che si sia della ragione, l'effetto è diverso perché col passaggio fatto del ramo della casa reale di Scozia in persona del re Giacomo in un maggior paese e più ricco, l'altro non vien considerato diversamente da un paese acquistato per forza d'armi. Gli Scozzesi tengono però sempre in Inghilterra un commissario, ossia deputato che rappresenta al re tutti gli affari di quel Regno ed è in sustanza, benché non sustenga l'istesso posto, come gli ambasciatori di Bologna e di Ferrara appresso il papa. Il re non vi tien alcun ministro, levatine i governatori particolari delle piazze, che sono parte scozzesi parte inglesi. Vi tien bene in quello scambio un'armata, il di cui generale, che al presente è milord <Maitland>, scozzese, è l'istesso in sostanza che il viceré o il governatore. Questi è uno de' migliori soldati che abbia il re: ha servito fuori del Regno, è stato governatore in Tanger ed era in predicamento di dover comandare quel corpo d'armata che il re potesse quest'anno aver avuto a mandare in Fiandra in soccorso degli Spagnoli, senza la pace. Risiede d'ordinario alla corte, lasciando in Scozia il suo luogotenente in Edimburg. Ha il viceré le sue guardie del corpo comandate da milord Naibourg, con le medesime paghe e prerogative di quelle d'Inghilterra e d'Irlanda, sì come ancora le soldatesche miste delle due nazioni, scozzese e inglese.
Hanno un parlamento composto di Camera alta e bassa, come quelle d'Inghilterra e d'Irlanda, e mandano i loro atti a Londra al lor deputato per esser segnati dal re.
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