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      Messi che fummo a sedere, mi disse che il sig. cardinale de' Medici gli aveva fatto grazia del libro dell'Esperienze, il che gli era costato il far ritirar un foglio della sua opera dell'origini della lingua toscana per aggiugnervi quella "di Cimento" (nome della nostra accademia), la qual fa venir da sagiamentum. Con tal pretesto si fece portare la parte stampata della suddetta opera, della quale mi fece scartabellare in diversi luoghi per farmi vedere alcune origini da lui stimate le più ingegnose ed astruse. Gli dissi che il Dati e il Redi travagliavano di lungo tempo a quest'opera, secondo ch'egli doveva molto ben sapere: mi rispose di sì e che del Dati aveva veduto tutto, ma che né egli né il Redi avrebbero mai concluso di darla fuora, e tutto disse con una certa maniera disprezzante, che per conoscere l'animo suo non mi fu bisogno di lunga speculazione. Nell'origine della voce "Crusca" avendo incontrato un breve elogio dell'accademia, fui così dolce che, senza aver mandato di procura, mi messi a ringraziare e far complimenti per lei, e quand'ebbi finito mi replicò con la maggior flemma del mondo: "Signore, bisogna che io sia molto attento a non lasciarmi scappare alcuna occasione di dir bene dell'accademia, perché son tante quelle che m'occorre il parlarne altrimenti; ed a dire il vero non saprei lasciarne pur una, ché se alle volte non ne parlassi con rispetto correrei gran risico di passar per appassionato, quando mi convien proporre le mie opinioni tanto contrarie a' suoi insegnamenti". Discorrendosi della lingua greca, disse che in Italia non v'è chi n'intenda straccio, e rimase trasecolato quando vedde l'abate Falconieri pigliare un libro greco in mano e leggerlo.


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Relazioni di viaggio in Inghilterra Francia e Svezia
di Lorenzo Magalotti
pagine 427

   





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