La visita fu di complimento: mi disse solo di particolare che mademoiselle de Fienne, disingannata finalmente delle speranze del matrimonio promessole dal cavaliere di Lorena, s'era otto giorni sono ritirata in un monastero, non per farsi monaca ma per pigliar quivi altre misure per la sua condotta, e intanto o uscir dell'impegno o azzardar qualche fortuna.
Sono stato a Luxembourg per far riverenza a Madama. Il palazzo è un pezzo che va per le stampe: ma perché queste sanno sempre formare un concetto avvantaggioso al vero, non lascerò di dir così di passaggio a V.S. intorno a quella sua tanto decantata somiglianza col palazzo de' Pitti, che egli n'ha veramente qualche poca, nella parte che risguarda il giardino e nel cortile; nella facciata punto, essendo più presto un muro che chiude la parte di fuori del suddetto cortile--secondo lo stile di Francia, ove, per sottrarsi dall'incomodo del romore delle carrozze, usa fabbricare gli appartamenti più lontani che sia possibile dalla strada--che una facciata di palazzo. Il cortile apparisce maggiore di quel de' Pitti, non so se perché egli sia veramente più grande o perché inganni l'occhio la bassezza della fabbrica, la quale sebbene è di tre ordini, cioè toscano, dorico e ionico, egli rimane assai più basso di quello de' Pitti, e le bugne di pochissimo rilievo; le scale non sono belle e malissimo situate, non solo perché bisogna passare tutto il cortile per trovarle, ma anche impediscono una prospettiva bellissima che farebbe il giardino nell'ingresso del palazzo se là dove sono le scale potesse l'occhio passare a vedere tutto il piano d'un bellissimo perterra che v'è congiunto.
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