i nobiltà di parole.
30 aprile.
Stamani è stato da me il fratello di m.r d'Erbelot, il quale bisogna confessare che gli sia fratello minore in ogni cosa. Non per questo merita disistima, essendo un giovane di buona presenza e di maniere cortesi, che costituisce il suo maggior divertimento nella conversazione de' galantuomini e de' letterati. Fui con esso seco alla visita d'un gentiluomo ugonotto amico mio, dove, essendo sopraggiunta altra gente, si frondò forte sulla resoluzione della pace, dichiarandola effetto di un furor panico ed ultimo sterminio della nobiltà esausta nel preparamento degli equipaggi.
Di là son andato a visitar madama di Villesavin. Questa è una donna di 60 e più anni, parente stretta di m.r d'Erbelot, che nei tempi del cardinale di Richelieu ha fatto grandissima figura alla corte per l'alianze fatte co' matrimoni di tre sue figliuole, ed in specie per quello con m.r di Chavigny, ancor che gli altri due col marescial di Clerembault e col figliuolo del conte di Brienne non lasciassero di tirarle della considerazione e degli avvantaggi. Ell'è della casa di m.r de la Vrillère, che è Blondeau: è donna alla quale né gli anni né il gesuitismo le hanno punto ammortito lo spirito né la gentilezza; si diletta di nuove, e in casa sua una volta la settimana si ragunano molti virtuosi e persone di garbo a discorrere. Ell'ha in casa una camera ch'io non veddi, tutta, piena dei ritratti delle dame più belle del suo tempo, i quali non le costaron nulla chiedendogli ella a tutte, e tutte facendo finezza e gloria dell'appagamela.
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