di filigrane, grottesche, arabeschi, pitture per adornamento dellecase del re, scene, macchine e ogn'altro adornamento del teatro,
e tutto è regolato dalla pretesa squisitezza del suo buon gustoe dall'istruzione del suo disegno. Mi dicono ch'egli non abbia gran
cosa più di 30 anni, che abbia studiato un poco a Roma, e chesenza un simil trasporto del genio del re e della sua stima vi
sarebbe in Parigi taluno che non gli riuscirebbe inferiore. Quantoal quadro che n'ho veduto oggi, ardisco dire liberamente ch'ei
non intende punto la prospettiva, tanto sono apparenti gli erroriche in quest'arte ha fatto nella veduta del soglio dove siede il
re, e in molte parti d'una nobile e ricca architettura sotto laquale è collocato. Ciò lo dico tanto più risolutamente quanto che,
avendo io comunicato a qualcuno il mio sentimento, mi ha dettoche questo della prospettiva è il suo maggior debole. Quanto alla
pittura, considerando la figura del re ritratto, non ne posso dirnulla non avendo ancor veduto l'originale; ma pigliandolo per
una testa non ci trovo quello che in termine di pittori si diceimpastato
, che è quel rilievo, quell'unione ed accordatura dicolori onde un viso par carne ed esce fuori della tela. Questo
rimane piatto e appiastrato, quantunque io non arrivi a riconoscereerrori nel disegno. Conosco bene che il dar giudizio d'un pittore
da una sola testa è cosa redicolosa, ma io mi difenderò condire che non pretendo dar giudizio del maestro ma solo di questa
opera che n'ho veduto. Di qua e di là dal ritratto del re sono in
| |
Roma Parigi
|