due quadri distinti quelli del cancelliere e di m.r Colbert, ascrittoultimamente tra gli accademici. Il resto della sala è pieno di quadri,
che sono la maggior parte copie d'opere insigni di pittorieccellenti, e dalla parte opposta al quadro grande di m.r Le
Brun v'è sur un gran piedistallo l'Ercole di Farnese, formato sull'originale.
Ora, in testa alla sala, che viene a esser sotto il ritratto delre, v'era sul cavalletto la lapidazione di Santo Stefano del Caracci,
di cui un pittore che n'aveva aùto l'assunto ha fatto consideraretutte le perfezioni, tutte le finezze dell'arte e tutti gli avvedimenti
che verisimilmente ebbe il maestro nel condur quellaopera a tanta maraviglia. Questo discorso, che era in carta disteso
e letto dall'autore, è durato in circa a tre quarti d'ora, fermandosiad ogni tanto nella lettura per dar campo a tutti i pittori, che
riempievano la prima e la seconda fila dell'auditorio, di dir ancheessi il lor parere, talora contrario e talora favorevole alle cose
dette e osservate da chi leggeva; e questo è l'esercizio ordinariodel sabato, mutandosi ogni settimana il quadro e dandosi or
all'uno or all'altro l'incumbenza di discorrere. Io proccurerò
d'aver copia d'una di queste lezioni acciocché V.S. vegga appressoa poco e riconosca la maniera di fare.
Quivi ho trovato m.r Soual, il quale m'ha condotto a vederi quadri del re. Per ora dirò a V.S. che stanno tutti in un casino
dietro alla nuova fabbrica del Louvre ripartiti in tre piccolestanze, di dove m'immagino che debbano esser trasportati in
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