luogo più proprio e quivi collocati con miglior ordine. Non midiffonderò già a dar relazione di essi: prima, perché l'ora essendo
assai tarda e il numero molto grande, non ho dato loro se nonuna vista superficiale, che piuttosto ha servito a confondermi la
mente che ad appagarmi la curiosità; l'altra, perché ho già messoin sicuro d'aver l'inventario di tutti, co' giudizi di m.r Le Brun,
di quali sieno, di ciascun maestro, i pezzi più raguardevoli. Un altroinventario averò ancora di tutte le antichità, di tutte le stanze
d'arazzi e di tutte le gioie, sì che spero per questo conto di poterservir V.S. con relazioni molto distinte e accertate. Dei quadri
dirò solo che la maggior parte (che stanno nella camera dimezzo) son disposti in un armadio, che è come un libro, essendo
composto di sette, e sette che son quattordici sportelli di legno,
che arrivano da alto a basso della camera, l'uno dietro all'altro,
e s'aprono a due a due come una porta, e questi sono pieni diquadri sopra tutt'a due le facce. Nella terza camera, che è molto
ricca d'arabeschi e fregi luminati d'oro, vi sono i pezzi più rarid'Andrea del Sarto e di Raffaello, e questi sono in adornamenti
assai ricchi, serrati da sportelli per di dentro soppannati di vellutoverde, e di fuori arabescati con oro. In questa medesima
stanza è un altro grandissimo ritratto del re a cavallo fatto dalBrun, ancor egli della maniera del primo: fu fatto in occasione
della presa di Dunkerke, che si vede in lontananza con l'entratadel re e delle sue truppe; dico la seconda presa, o per meglio
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Le Brun Andrea Sarto Raffaello Dunkerke
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