via dei Valois, che hanno adito e fede appresso Colbert, è abile ametterlo in terra. Insomma costui è una lingua da benedire, e
dove attacca il morso ne porta via il pezzo.
Son poi andato per trovare il cardinale di Retz, e non essendomiriuscito ho dato fondo in casa d'un amico per finir la veglia.
Gli ho domandato qualche relazione di quell'abate di Clairmont edi m.r de Sanguien, che avevo veduto ieri giocar col re alla palla
a corda. "Il primo", mi disse, "si chiama Clairmont Laudaine ed
è di Lingua d'Oca, a distinzione dei Clairmont di Delfinato, l'un'el'altra buonissima famiglia. L'unico suo mestiere è di giocatore,
ossia di carte o di palla a corda o di dadi: quindi alle volte sitrova dugentomila franchi e si tratta in signor grande, e alle volte
ha carestia di tenere un sudicio lacchè. Per scarsità d'altri talentis'è attaccato alla corte col giuoco ed ha ottenuto il brevetto d'entrare
in camera del re come tutti gli altri della sua più domesticaconversazione. Lo seguitò l'anno passato in Fiandra e quest'inverno
in Borgogna, senza però maneggiar altr'armi che le cartee i dadi, e senza che questa sua così domestica introduzione lo
costituisca in altro concetto che di giocatore, né gli porti altr'utileche quello che ogn'uomo un poco avveduto è capace di ritirare
dall'aver l'orecchio del re. Sanguien è ancor egli di buona casa:
benché parigino ebbe già un cardinale e molti presidenti. La suacarica di maître d'hostel è una delle subalterne sotto il principe
di Condé e m.r di Bellefont. È però ancor esso di reputazione e non
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