esercita per quartiere ma solo in occasioni solenni. S'è accomodatoassai bene di facultà; comincia ad aver degli anni: il re gli vuol
bene e ci ha confidenza, avendolo spesso mescolato ne' negozi de'
suoi piaceri".
16 maggio.
Stamani sono stato trattenuto in casa dalla visita d'un amico,
dal quale non ho ricavato altra cosa degna di considerazioneche l'informazione di que' tre soggetti che sono impiegati nella
libreria del re d'attorno all'indice de' codici orientali. Mi ha dettoche m.r de Compienne, che fatica sull'ebraico, è figliuolo d'un
ebreo di Metz, rabino dottissimo anche al parere dei letteraticristiani. Egli però ha abbracciato la nostra fede e, per giovane
che egli è di trent'anni, si può dire molto erudito nelle traduzionirabiniche e molto internato nell'intelligenza della scrittura.
M.r Dipy, che lavora sull'arabico, è nativo d'Aleppo e in concettod'un grandissimo furbo. È però erudito nella sua lingua ed
è professore di essa nel collegio reale. Ebbe già gran differenzecon un tal Sergio, nativo anch'egli d'Aleppo e arcivescovo di Damasco,
che in certa congiuntura, con scandalo di tutta la chiesadi Levante, svergognò bruttamente il nome cristiano coll'occultarsi.
L'istoria debb'esser nota costà a m.r d'Erbelot, al qualemi ha rimesso l'amico per più distinta notizia: mi ha solo accennato
che il soggetto dell'inimicizia tra esso e Dipy è nato dall'averpreteso questo di levargli la carica di segretario interprete di lingua
arabica del re, nel qual maneggio ci fu non so qual falsificazione,
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