assai buona grazia. Vouel è reputato assai per la cognizione dellelingue e per l'erudizione dell'istoria orientale. V'erano tre o
quattr'altri di minor considerazione, dei quali non val la penadi discorrere.
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18 maggio.
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In casa a scrivere.
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19 maggio.
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Stamani sono stato a render la visita al Quaranta Luppari
e al conte Sebastiano Tanara, che stanno in casa di monsignorNunzio, facendo figura mista di servitori e di camerati. Il primo
è giovanetto: si può dir ben fatto, ha bella vita e bell'aria dicavaliere. È però ancor giovane, ma in ogni modo è assai aggiustato.
Il Tanara è giovane ancor egli: s'è messo qui (per quantosento) in abito da prete, senz'altro benefizio che quello di sottrarsi
dalla suggezione delle mode, che a Parigi val sempre qualchecentinaio di scudo a capo all'anno. Questo è savio e saputo, e
mi dò ad intendere che si stimi anche tale; è però cortese e rispettoso.
Oggi poi sono stato a vedere le famose manifatture aux Gobelins,
delle quali avevo in parte maggior concetto, non perché
io credessi più squisiti i lavori ma perché credevo l'arte e le maestranzepiù numerose. Il luogo è detto Gobelins dal nome di tutto
il quartiere, che così si chiama non so se da un piccolo fiumicelloche vi corre, chiamato la rivière des Gobelins o, come altri dicono,
dall'esservi quivi state le abitazioni di una famiglia di questonome, che l'abbia poi lasciato al fiume e al quartiere, posto fuor
della porta di S. Marcello nell'ultima estremità del foborgo.
Era anticamente il luogo, che oggi ha preso il re per le manifatture,
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