trattenuto da diversi mercanti per la fabbrica e tintura degliscarlatti, che in riguardo delle perfettissim'acque del fiumicello
suddetto ebbero grandissima stima. In oggi vi sono le caldaiee le maestranze della tintura, che vi lavorano nell'istesso modo
di prima. Del resto il sito è un gran cortile intorniato tutto difabbriche ordinarissime. A terreno son le botteghe e ad alto le
abitazioni dei maestri, che soli vi alloggiano. Tutti i lavorantisono 400, ai quali il re, oltre i salari paga i quartieri in quella
vicinanza.
Io son da principio entrato dove lavorano gli arazzieri, chesono diverse stanze assai grandi, essendo in alcune fino a sei
gran telara; tutte le tappezzerie che qui si lavorano non sonoa calcole ma si travagliano in piedi ad alto liccio (come dicono),
cioè come lavora a Firenze m.r Lafèvre, il di cui figlio maggiore
è qui gran faccendiere, è ammogliato e ha figliuoli. Hanno adessotra mano la vita del re, ed in specie il ricevimento del cardinal
legato. I cartoni sono di Brun e gli arazzi son ricchissimi, essendoloro de' fregi di considerabil rilievo. Costano al re, per l'appalto
presone dai tappezzieri, 400 franchi l'uno, che compreso alloggi,
provvisioni ed altro gli stanno in ottocento. Quelli della vita d'Alessandro,
copiati dai quadri che ne ha fatto Le Brun a olio, sonmen ricchi la metà e costano la metà meno. Dell'istesso prezzo de'
primi si lavorano ancora i dodici mesi, che rappresentano i divertimentidel re in ciascun mese; il luglio (se non erro) c'è la veduta
di S. Germano col re che fa la caccia dell'uccello; il maggio,
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