Ho finito la giornata in casa m.r Conrard, dov'ho trovatom.r Raynier. Questi fu a Roma col duca di Créqui in qualità
di segretario dell'imbasciata del re, e non dell'ambasciatore: è
giovane, al parer mio, di poco più di 32 o 33 anni, ed è cosa maravigliosala sua perfettissima intelligenza della lingua spagnola,
senz'esser mai stato in Spagna, e della italiana, anche primach'egli venisse in Italia. Questa, benché la sappia benissimo,
non la parla felicemente, ma la scrive bene a una foggia che non
è possibile ad alcun toscano l'accorgersi mai ch'egli sia franzese.
Questo è quanto alla prosa: quanto alla poesia, è famosa a Firenze
una sua canzone amorosa ch'egli mandò sedici mesi sono all'abateStrozzi, tanto ben modellata sullo stil petrarchesco che, lasciato
il non v'esser alcun immaginabile idiotismo franzese, vi son dellecose ed in specie una strofa intera che fu giudicata di comun consenso
de' nostri virtuosi, che il Petrarca si rallegrerebbe d'averlafatta. Il sig. cardinale de' Medici l'ha fatto ultimamente dell'Accademia
della Crusca, di cui si professa riverentissimo. È cortese, maun poco affettato, e credo che si stimi assai; ma s'ei lo fa bisogna
compatirlo, perché n'ha gran ragione. Sta tuttavia in casa il ducadi Créqui, ma credo senz'alcun titolo di servitù, ma piuttosto
in qualità di virtuoso. M.r di Lionne ne fa stima e lo protegge,
ed ora gli ha conferito un benefizio di 1.000 lire di rendita.
21 maggio.
Dopo desinare sono stato all'Arsenale. Questo è un chiuso difabbriche che comprende cinque cortili, tra grandi e piccoli;
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