In un'altra camera vi sono armadi pieni di pezze intere di broccatod'oro e d'argento di Milano, di Firenze, di Lione e d'ogn'altra
parte d'Europa dove se ne fabbrica con squisitezza. Un altroarmadio è pieno di cordoni e di nappe, di nastri d'oro e d'argento
per attaccar quadri e lumiere. Un'altra stanza è piena di lustridi cristallo, tra grandi e piccoli in numero di 150 e questi sono
di riserva, oltre quelli de' quali son pieni Les Tuilleries, Vincennes,
S. Germano e Versaglia. V'è anche una quantità prodigiosa dispecchi, tra' quali sei, due di straordinaria grandezza e quattro
più mezzani, donati ultimamente dal cardinal Antonio. V'è finalmenteun grand'armadio pieno di vasi di cristal di monte, che
son i rifiuti di quelli di Versaglia. Sono però moltissimi (se purson piene tutte le custodie), ma non ce n'è di grandezza straordinaria.
Nell'istesso armadio c'è un palchetto occupato da unanuova compra, fatta i giorni passati per centomila franchi, di vasi
d'agate gioiellate, che per la bizzarria de' colori e per la maestriadel lavoro, per la galante legatura delle gioie e soprattutto per le
figure d'oro onde son adornati, tutte coperte di smalto a maraviglia,
ora che sono in mano del re non hanno prezzo. Dirò conquest'occasione che i suddetti cristalli, la maggior parte delle tappezzerie,
due o tre letti de' più superbi, il parato di Francesco
primo, le migliori statue, i migliori quadri, una quantità di medagliee di cammei, una mano di studioli e finalmente (come scrissi
un pezzo fa) il fiore de' manoscritti orientali e delle rarità della
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