di Lorena: dietro seguivano due altri calessi di broccato scoperti,
pieni di dame e guidati da cavalieri. Questa comparsa uscita dalbosco, e dopo il breve passaggio davanti alla cascata tornata a
rinselvarsi, mi ha risvegliata un'idea così viva d'una scena dovecomparisca in macchina un carro di deità, che quasi mi pareva
di trovarmivi presente, e non sono uscito dalla mia giocondissimaestasi se non quando, rimontato in carrozza, me ne son tornato
a Parigi.
29 maggio.
Sono stato a desinare da m.r di Montmort, e v'erano ancoraLaunoy, Thevenot, Raynier, Ménage, l'abate Cassano e Sorbière.
Dei primi quattro ho altre volte discorso. L'abate Cassano è ungiovane di buon garbo, savio, compon bene in franzese, è uno dei
quaranta dell'Accademia franzese istituita per la lingua e cheda molti anni in qua travaglia con poco frutto all'edizione del vocabolario.
Egli è inoltre erudito, affabile, ben creato e modesto, emedita fra qualche tempo di viaggiare in Italia. Sorbière è quell'istesso
che stampò gli anni addietro quel suo Viaggio d'Inghilterra,
dove parlò con sì cattive notizie degl'interessi d'Wllefeldt
e con sì poco avvedimento e rispetto della risoluzione che preseil re d'Inghilterra di mandare in Danimarca la moglie di esso
Wllefeldt, che obbligò il re di Francia a mortificarlo con qualchemese d'esilio. L'averlo visto in casa del signor di Montmort, che ha
ottimo gusto nella scelta degli amici suoi, mi fa andar con qualcheriguardo a canonizzarlo per quello che effettivamente mi parve,
cioè per un bel goffo.
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