trovato molto da dire. L'esercizio mi par sempre più bello ed utile,
e lo sarebbe maggiormente se si facesse con un poco d'ordine,
poiché presentemente son otto o dieci a parlare in un istesso tempo,
e non si rinvien nulla di quel che dicono. Ho poi finita la giornatada m.r Conrard, dove s'è discorso di belle lettere. Mi scordai i
giorni addietro, quando parlai dell'agate e de' diaspri del re, difar menzione del pezzo più riguardevole. Questo è un vaso d'elitropia,
che tira all'ovato, ma all'ovato irregolare, secondo che è
convenuto al maestro per accomodarsi alla figura della pietra.
È lungo da un braccio e un quarto, alto poco più di mezzo, e largoa proporzione; la sua figura è d'una navicella, e dicono esservi
stato battezzato Carlo quinto. Può essere ogni cosa, ma non c'è
chi ne sappia un vero.
3 giugno.
Stamani domenica non ho fatto altro che andar alla messa,
e oggi dopo desinare a spasso al giardino di Rambouillet, che è
uno dei luoghi dove la gente si rauna di questi tempi per divertirsi.
Egli è fuor della porta di S. Antonio, a meno di mezza stradafra Parigi e Vincennes.
4 giugno.
Avanti desinare sono stato a casa un mercante chiamato Ciresier,
di cui Poussin, pittore insigne, fu amicissimo mentre vissee gli lavorò per buonissimo prezzo dieci pezzi di quadri, de' quali
quest'uomo per gratitudine e per tenerezza non s'è mai volutodisfare, avendone ricusato quarantamila franchi, che alle sue tenui
facultà avrebber fatto notabile accrescimento. La maggior parteson paesaggi con qualche figura, e fra questi vi son due pezzi
| |
Conrard Carlo Rambouillet S. Antonio Parigi Vincennes Ciresier Poussin
|