della geografia del Daviti, contengono quante carte ha mai potutorammassare non solo di province e di paesi particolari (il quale
assortimento, a dire il vero, non è molto stimabile), ma di quantecittà e di quanti edifizi rari si ritrovano in ciascuna delle suddette
province. Per esempio, nella Castiglia nuova è Madrid,
e immediatamente dopo Madrid seguono tutte le vedute dellechiese e dei palazzi principali, del ponte, del fiume e, successivamente,
ogni parte più riguardevole di cui nello spazio di venticinqu'annigli è venuto fatto di trovar le stampe. Della sola fabbrica
dell'Escuriale credo che assolutamente vi sieno da dieci ododici carte, essendovi fino il ciborio e la pianta di esso in particolare.
Venendosi al giardino d'Aranquez, oltre al palazzo visono tutte le fontane, tutte le vedute de' viali: e così, di man
in mano in ciascun Regno ciascuna provincia, in ciascuna provinciaciascun luogo, in ciascun luogo ogni più minuta particolarità
di esso, che dalla stima degli abitanti o dalla curiosità
de' forestieri è stata giudicata degna di comparire alle stampee al pubblico. Da questo si può ben argomentare che in questa
raccolta vi sia per necessità tutto il buono, sì, ma molto ancoradel cattivo e del pessimo, poiché avendo egli voluto rammassar
tutto, fino ai teatri, alle feste e alle cavalcate fatte in ciascunacittà, gli è bisognato pigliarle come le ha trovate; e non da
per tutto s'incontrano i Callot, i Della Bella, i Poissy, i Blomart,
i Nanteuil. Io non m'estendo molto nel ragguaglio di questo
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