di cui è presentemente abate il duca di Verneuil, che ne cavasopra 60.000 franchi di rendita, situata in tanti bellissimi fondi
nei più vicini dintorni di Parigi. La libreria è assai grande e copiosadi manoscritti latini. Tra questi è sommamente considerabile una
Bibbia giudicata di mill'anni, un Salterio scritto in caratteri diargento sopra vitellina pavonazza di ottocento, un messale di
sopra seicento, e qualch'altro testo della Bibbia, piuttosto raroper la minutezza del carattere che per l'antichità.
Di quivi son andato alla badia di S. Vittore: n'è abate ilvescovo d'Orléans, fratello del duca di Coslin, che tra questa,
di cui cava sopra a trentamila franchi di rendita, tra quella diS. Giovanni d'Amiens, tra altri benefizi e l'entrate della sua chiesa
si troverà da ottantamila lire di rendita. Ai monaci di S. Vittore,
che son canonici regolari di S. Agostino, resteranno da ventimilalire. Questa badia fu fondata intorno a seicento anni sono
da Luigi sesto, e da Luigi settimo fu notabilmente arricchita:
ell'era prima in campagna, ma crescendo di tempo in tempoParigi, è venuta a incorporarsi ne' foborghi della città. La chiesa,
quasi affatto distrutta per l'antichità, fu rifabbricata intorno acentoventi anni sono con gran magnificenza, ma l'architettura
è gotica. C'è un chiostro ragionevolmente grande e assai ricco diconci di pietra, e un giardino a due piani con un gran prato intorniato
d'uno stradone tutto piantato d'alberi da far ombra. La libreria
è divenuta grande per l'aggiunta di quella d'Arrigo Bouchet,
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