d'oro, delle feste principali di tutto l'anno. V'è uncodice scritto in tavole cerate d'un carattere a me, al bibliotecario
e a tutta la compagnia affatto inintelligibile. Le pagine sonquattordici e sono incerate dall'una e dall'altra parte con certa
mestura nera e dura sulla quale son graffiati i caratteri. V'è laBibbia della regina Bianca, madre di S. Luigi, lasciata da essa
in dono alla biblioteca. V'è finalmente un bellissimo Alcorano eun Euclide greco scritto a penna, ma di così bel carattere che è
stato scelto per norma delle madri del carattere greco di questastamperia regia. Mi scordavo che in questa medesima stanza v'è
uno scaffale ripieno della scrittura dei concili dei Padri, ed insommadi tutti i libri stampati nel Louvre, legati superbamente
in sommaco dorato, regalo fatto di fresco dall'abate vescovo diOrléans alla libreria.
Son poi andato a pigliare un po' di crocchio da m.r Justel,
il quale mi dato tre nuove. Le prime due vengono d'Inghilterra
e sono, l'una, che nell'isola s'è trovata una tal sorta di semecosì minuta e impalpabile che ne vanno settecento milioni di granelli
al grano. Nessuno ha dubitato che ciò poss'essere, ma moltihanno aùto gran difficultà a concepire come sia stato possibile a
contar particelle che per necessità si credono invisibili. L'altra
è del pensiero d'un certo autore che crede aver trovato una speziedi circolazione di sugo nutritizio in tutte le pietre, fino negli
stessi diamanti, in quell'istessa forma che fa il sangue negli uominie 'l sugo vitale nei vegetabili.
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